Lei era la mia migliore amica ai tempi del ginnasio.
Bella, biondissima, occhi celesti che ridevamo insieme al suo sorriso.
Lei, scapestrata e ribelle, con la quale ho condiviso le sciocchezze tipiche di quella strana terra di mezzo che è l’adolescenza.
Lei, che ha condiviso con me pomeriggi di pigrizia e lunghissime conversazioni telefoniche, anche quando non avevamo più niente da dirci e ridevamo soltanto.
Lei, che un po’ anni fa ha avuto Federica, che ha spalancato sul mondo gli stessi occhi chiari e curiosi della sua mamma.
Federica che per un po’ è stata una neonata come tante, con le sue poppate, gli strilli nella notte e i pannolini da cambiare. Federica che una notte non ha strillato più e che solo un intervento precipitoso e disperato dei medici ha tenuto qui. Federica che è tornata a casa dall’ospedale una seconda volta, dopo la nascita, una bimba tanto piccola e fragile quanto ostinata e determinata. Come la sua mamma, del resto.
Lei, sempre bella come prima ma con lo sguardo appesantito dalle lacrime e le preoccupazioni.
Lei che senza esitazioni ha sostituito i due posti di una macchina veloce con una meno scattante ma che potesse contenere la sedia a rotelle della sua bambina.
Lei che ha smesso con le sciocchezze ma mai con l’ostinazione, di vivere una vita dignitosa e piena, da sola con la sua Federica.
Lei che si è caricata sulle spalle speranze e tentativi, insieme alla sua bambina su e giù per le scale.
Lei che è scivolata e caduta ma si è sempre rialzata, con il coraggio delle leonesse che proteggono il loro cucciolo.
E leonessa è stata anche Federica, che è rimasta aggrappata con tutta la tenacia possibile a una vita con mille ostacoli ma piena di amore.
E l’ha fatto a lungo, diventando per molti di noi -sicuramente per me- monito ed esempio di cosa conta davvero.
Lo ha fatto nel suo silenzio, ricordandomi sempre dove sta il confine tra il diritto di lamentarsi e il dovere di vivere.
Lo ha fatto senza parlare, lo ha fatto vivendo.
Lo ha fatto finché non è arrivata una vita nuova, una sorellina piccola come lo era stata lei.
Lo ha fatto finché ha potuto, fino a una sera di fine dicembre di quattro anni fa. Federica è andata via come ha vissuto, in un silenzio più significativo di tante parole.
A lei va il mio pensiero, che è sempre lì, insieme all’amicizia che mi lega alla sua mamma, che ha dovuto imparare ancora una volta a sorridere alla vita, nonostante tutto.
A Federica queste parole, che non le rendono giustizia ma forse memoria.
A Federica, il cui ricordo continua ad essere il barometro delle cose importanti nella vita.
Mi hai commossa….un ❤ per te e per lei❤
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Grazie, davvero 💚
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