Confesso che

“Mami, sono agitata. Cosa devo dire? Cosa devo fare? E se quello che dico non va bene?”

“Amore stai tranquilla, non c’è un modo giusto o uno sbagliato di farlo. Andrà tutto bene”

“Piccola! Vieni qui che facciamo una prova: io faccio il prete e tu ti confessi. Forza, pecorella smarrita, raccontami i tuoi peccati!”

“Se dici un’altra parola dovrò confessare un omicidio oggi pomeriggio”

“Piccola, stai tranquilla. E tu, girale al largo che non si sa mai. Comunque non c’è niente di cui preoccuparsi, ti hanno spiegato cosa devi fare…”

“Sì, ma non cosa devo dire! I miei peccati non sono affatto interessanti. Posso confessare quelli di un altro?”

“No che non puoi! Che senso avrebbe? E poi come fai a sapere i peccati degli altri?”

“Beh, mia sorella ha usato il cellulare quando glielo avevi sequestrato, mio fratello al telefono ti ha detto che stava facendo i compiti e invece giocava a carte coi suoi amici, tu hai detto ai testimoni di Geova che stavi andando a lavorare invece sei andata dal parrucchiere e…”

“Va bene va bene basta. Andiamo che si fa tardi”

In Chiesa

“Benvenuti a tutti, oggi abbiamo tante belle cose da fare.

Cominciamo col canto, poi un altro canto, quindi una lettura. Poi c’è il Vangelo, un altro canto, i bambini che leggono, le confessioni di tutti e sessanta, l’unzione delle mani del bambino che non è ancora battezzato, un canto, un breve (sic!) discorso mio, un altro canto, e poi tutti fuori a far volare i palloncini!”

Qualche ora dopo

“Bene piccola, il palloncino è là incastrato nel pino dell’oratorio quindi possiamo andare, che la chiesa non era riscaldata e mi sento un inizio di broncopolmonite”

“Ok mami, tanto è andata benissimo. Ho scoperto di avere peccati molto interessanti anche io”

La piccola ha ricevuto la prima confessione, il crocefisso da conservare fino alla comunione a maggio e la conferma di essere una discreta peccatrice.

Poteva andare peggio.

Informazioni su BarbaraB.

Educatrice e mamma, preparatissima sulla teoria e un po' meno efficace nella pratica. Per tentativi ed errori vado avanti, con un carico di ironia come antidoto alle quotidiane fatiche educative.
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