“Pronto? Che sia un’emergenza vera perché sono al lavoro”
“Mamma? Certo che è un’emergenza! Perché non mi hai lasciato il pranzo?”
“Amore ma che dici? C’è il piatto nel forno, la carne è il purè. E le carote grattugiate. Guarda bene”
“No! Il piatto è vuoto e sono rimaste solo le carote!”
“Passami tuo fratello”
“Mother? Buongiorno! Non ti vorrei disturbare, sei al lavoro…ci vediamo più tardi, eh?”
“Hai mangiato tu il pranzo di tua sorella?”
“Ehm…dunque…lei è arrivata tardi…”
“Certo che è arrivata più tardi! Esce due ore dopo di te! Le hai mangiato tutto! Come hai potuto?”
“No, le carote gliele ho lasciate”
“Stasera facciamo i conti. Passami tua sorella”
“Allora è stato lui? Mi ha mangiato tutto? Stavolta lo uccido”
“Amore ascolta, prendi qualcosa dal frigo, fatti un panino, ok? Pronto? Pronto?”
“Vieni qui!!! Mostro!”
Stonk, sbong, deng.
Tu tu tu tu tu…
È caduta la linea e probabilmente anche i denti davanti del primogenito.
Ma le linee guida della pedagogia in proposito parlano chiaro.
Se i fratelli litigano, ringrazia di essere al lavoro.