Ha combattuto una guerra di laser coi suoi amici, bardato come Dart Fener a carnevale. La battaglia dà appetito quindi per merenda ha ingurgitato imbarazzanti quantità di pizza prima e marshmallow poi, riuscendo a digerire come me dopo una cena a base di tisana benessere.
Ha arbitrato una partita di pallacanestro portandosi a casa, oltre che i consueti insulti, qualche complimento dai giocatori.
Ha girato il paese con gli amici la sera di halloween, coi capelli dipinti di blu e una ferita finta nel braccio, rimediando qualche liquirizia e mezzo biscotto.
Carta d’identità alla mano, ha guardato al cinema con gli amici uno spaventoso film dell’orrore, che fino a pochi giorni prima non avrebbe potuto vedere, e dal quale sarà tormentato fino alla maggiore età.
Ha finito di leggere un classico, la storia di un ragazzino che dopo una lite coi genitori va a vivere sugli alberi e ci trascorre la vita intera, anche senza la connessione wi-fi.
Ha recuperato il tragico esordio della verifica di matematica, compreso qualcosa in più di fisica e si è appassionato al laboratorio di chimica.
Ha imparato nuovi trucchi di magia, litigato per il caricabatterie con sua sorella, pensato di farsi i dreadlocks.
Ha pagato il biglietto del treno a prezzo pieno e con sua somma indignazione ha capito di essere penalmente imputabile per le sue azioni.
La prima settimana di vita da quattordicenne è passata cosi, tra novità e consuetudini, brevi scemenze e fugaci consapevolezze, momenti di grazia e di disgrazia.
Che bella fatica diventare grandi.