Sala d’aspetto del dentista, consueto tagliando della dentatura per la figlia mezzana.
Le sedie accostate ai muri, la noia come una cappa sulle teste di tutti noi, seduti in attesa del nostro turno.
Vicino alla finestra lui, non più di sette anni , capelli a spazzola e felpa di Bart Simpson.
Ha in mano un pezzo di legno trovato chissà dove col quale picchietta incessantemente il vetro.
Tactactactactactactactactactac
“Paolì, a nonna, smettila subito sennò arriva il dentista e ti sgrida”
Tactactactactactactactactactac
“Paolino a nonno, fa il bravo che sennò viene il dentista e ti fa la puntura”
Tactactactactactactactactactac
“Ho detto basta che sennò viene il dentista e ti strappa via il dente malato”
Tactactactactactactactactactac
“Piantala che dai fastidio a tutti e poi arriva il dentista e ti strappa pure il dente sano”
Tactactactactactactactactactac
“Così devi mangiare le pappette come la tua sorellina perché rimani senza denti”
“E poi ti resta la bocca brutta come quella di papà tuo”
“Papà non è brutto!!”
“Ciao Paolo, vieni che il dottore ti aspetta”
“Nooooooooooo!!!!!!”
Paolino scappa veloce, la nonna si mette le mani sul cuore, il nonno lo insegue e l’assistente del dentista osserva sgomenta senza capire.
Ai miei tempi c’era l’uomo nero, oggi l’odontoiatra.