Il lancio di una bottiglietta d’acqua di plastica, piena per un terzo che va tenuta saldamente tra l’indice e il pollice. Deve atterrare in piedi, su qualunque superficie venga lanciata. È il water bottle flapping, ultima moda tra i giovanissimi abitanti e ospiti di casa mia. C’entrano la gravità, il movimento angolare e la dinamica dei fluidi. Si traduce in un rumore costante di plastica sbattuta alternato a grida di trionfo per il successo ottenuto. Somiglia al bowling come effetto collaterale. Col lancio della bottiglietta si rischia di travolgere arredi, suppellettili varie e umani di passaggio.
Quattro ragazzine in una stanza, musica e risate. Non è una festa, non stanno ballando, non cantano col karaoke.
É musical.ly, l’applicazione del momento. Le regole sono semplici: cerchi fra migliaia di canzoni quella che preferisci -a casa nostra è la stessa da dieci giorni- fai partire la registrazione col cellulare e muovi le labbra come se stessi cantando proprio tu; canti e balli come non ci fosse un domani. Condividi il video con il mondo intero. Questa la filosofia della geniale applicazione, che tiene incollate ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, le giovanissime al loro smartphone.
Un uomo vestito con un completo di pitone e una sciarpina leopardata, coi baffetti che sembrano disegnati col tratto pen.
Non si capisce se fruttivendolo o cartolaio viso che delira di mele, ananas e penne. È PPAP, la canzone del momento, che se ascolti una volta ti si pianta nella memoria a lungo termine da augurarti un’amnesia pur di cancellarla. Il geniale autore è tale Pico Taro, comico giapponese che si è inventato prima e ha divulgato poi questo allegro motivetto. Si canta in bagno, in sala e in cucina. Sotto la doccia, prima di dormire, in coda allo scuolabus.
Le mode dei preadolescenti si chiamano ossessioni. E io cerco di non pensare a quale sarà la prossima.