“Vogliooooo la maaaammaaa!!”
Dalla corsia della verdura a quella dei surgelati, passando per pasta e passate, un solo grido riecheggia.
“Vogliooooo la maaaammaaa!!”
È alle casse fai da te, sdraiato per terra. Non più di tre anni. Maglioncino a v, jeans e scarponcini blu. Sciarpetta di moda al collo. Capelli tagliati a spazzola. Rosso come un pomodoro biologico.
“Voglioooo la maaaammaaa!!”
L’apoteosi del capriccio, l’Oscar della sceneggiata, il Grammy per gli acuti. Nemmeno una lacrima, singhiozzi convulsi, colpi di tosse modello soffocamento.
“Vogliooooo la maaaammaaa!!”
Nel mentre il padre estrae un prodotto alla volta dal piccolo carrello con la bandierina, con la calma e la pace dell’eremita buddista. Latte, biscotti, bastoncini di pesce, spinaci surgelati, carta da cucina. A ogni prodotto passato si intervalla il grido di dolore del suo giovane erede, sempre sdraiato a pancia all’aria.
“Vogliooooo la maaaammaaa!!”
Il padre zen estrae la carta di credito e paga, imbusta la spesa e prende lo scontrino. L’intero supermercato lo osserva. L’ascetico genitore raccoglie da terra sacchetti e bambino dirigendosi verso le porte automatiche dell’uscita.
Qualsiasi sostanza assuma il signore, la voglio anch’io.