“Mamma, ho pensato a cosa vorrei fare da grande”
“Davvero? Raccontami, ti ascolto”
“Scarpe. Scarpe sportive”
“Scarpe?”
“Sì. Inventare nuove tecnologie per le scarpe da basket. Quelle delle marche famose, che indossano i giocatori più forti e anche per noi al campetto”
“Caspita, credo che non sarei riuscita mai a immaginarmelo. Mi sembra interessante”
“Sai perché sarei bravo?”
“Mmm.. Perché hai fantasia?”
“No. Sono un criticone. Non mi va mai bene niente. Trovo sempre qualcosa che non va. Quindi, posso provare a migliorarlo”
“Mi pare una gran bella motivazione. E anche un bel progetto”
“Mamma?”
“Dimmi amore”
“Stiamo più vicini, adesso”
La terra ha tremato a lungo, questa notte. Anche noi, dalla nostra casetta vicino al mare, ci siamo svegliati scossi da qualcosa di più del forte vento dei giorni passati. Mentre le bambine dormivano siamo stati lì, seduti sulla veranda, avvolti nella stessa coperta, coi piedi nudi che sbucavano fuori. A parlare del futuro che esorcizza il presente, quando dormire non pare possibile, e il domani è ancora troppo lontano.