Il dolce dei bomboloni al cioccolato, tre, ogni mattino, ricoperti di zucchero che si appiccica sulle dita, le guance e la punta del naso.
Il salato dell’acqua quando vai sotto, che fa prudere le gambe mentre ti asciughi. L’onda morbida dei capelli sciolti nell’acqua, come una sirena, che si trasformano in alghe spinose col vento e la salsedine.
Il bianco di un quadretto di cocco che ha il profumo di una crema solare.
Il colore delle pesche dolcissime addentate in spiaggia, arancione come i codini della piccola. Il succo che cola sul mento e tra le mani, le dita insabbiate sciacquate in mare.
La trasparenza di una medusa che ci guarda dal secchiello, catturata prima e liberata poi da un ragazzino col retino.
Il blu del cielo e del mare, come il costume che una figlia mezzana si sistema distratta, inconsapevole ancora della bellezza di un gesto, della dolcezza nello sguardo.
Il segno rosso della maschera intorno agli occhi, perché il mondo va visto anche sott’acqua.
Il brivido dell’aria fuori dall’acqua, la pelle che si scalda al sole, la stanchezza piena che il calore regala.
I tuffi in piscina, ormai quella grande per tutti. Il cloro sulla pelle, che senti sulle labbra quando sbaciucchi delle piccole spalle, avvolgendole in un accappatoio colorato.
Il sonno breve del pomeriggio, quando tutto fuori è caldo e immobile.
Il tempo che scivola via a spirale, come lo zampirone acceso la sera.
La vita in vacanza è così, fresca come il gusto menta del ghiacciolo che si mangia solo qui, liscia come l’asciugamano steso al sole ad aspettare.