La prima arriva correndo, la tuta gialla coi polsini sporchi di pennarello, i codini che saltano sulle spalle a ogni passo di corsa. Si arresta proprio al limitare del marciapiede, che arriva in contemporanea a una voce autorevole che intima di fermarsi. Subito dietro un bambino più piccolo, col sederino rotondo dal sospetto pannolino. La maglietta dell’incredibile Hulk e la felpa legata in vita che scivola sui fianchi. Corre scomposto dietro la sorella maggiore e si ferma scontrandosi sulle sue gambe, con urlo che sembra proprio quello del supereroe verde sulla maglietta.
A poca distanza sopraggiunge la mamma, che spinge un passeggino rosso Ferrari con lo schienale reclinato, dove un bambino di non più di un anno si rialza come una molla a ogni tentativo di metterlo sdraiato. Anche il suo urlo non ha nulla da invidiare a quello di Hulk.
La mamma non sembra infastidita, ma rassegnata e stanca. Cammina su scarpe da ginnastica comode, di quelle che indossi senza nemmeno slacciare. Abiti comodi in tinta unita scura, ché le macchie si vedono meno. È senza trucco e i capelli sono legati. È molto bella anche se forse non mi crederebbe se glielo dicessi.
Io sto camminando dall’altra parte della strada con un vestitino a fiori che indosso ogni primavera e le scarpe col tacco, lusso che da poco ho ricominciato a concedermi. Da quando ho dato via l’ultimo passeggino, direi. Siamo ai due lati opposti della stessa strada ma quella donna potrei essere io, in un passato non troppo remoto. Stanca, struccata, dietro un passeggino o davanti a un bambino con un altro per mano. E quando i bambini sono più delle mani anche solo una passeggiata può diventare un’impresa estenuante.
Avrei voluto dirle che la capisco, che questo momento faticoso tra non molto lascerà spazio a vestitini a fiori e tacchi, che significa soprattutto tempo e cura di sé, orizzonti più lunghi di pappe e pannolini, passeggiate in cui guardare anche il cielo oltre la strada a destra e sinistra affinché nessuno si faccia male.
Perché è vero che gli anni volano. Sono le giornate a volte a non passare mai.
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