“Mamma, quanto manca per arrivare?”
“Ancora un’ora, più o meno”
“Si, ma quanto dura un’ora?”
“Mmm.. dunque.. Ecco! Come due puntate di Violetta”
“Ma con la pubblicità o senza? Non capisco”
“Allora, vediamo. Come quando al lunedì arrivi a scuola, c’è la maestra di italiano, poi vi saluta e arriva quella di matematica”
“Ma mamma, la maestra di matematica arriva al pomeriggio dopo la mensa. È così lunga una sola ora??”
Spiegare il tempo ai bambini è una sfida con se stessi, perché ti chiama a mettere in parole un concetto astratto che per i grandi è ben chiaro e condiviso. Sebbene i bambini qualche certezza in proposito già ce l’abbiano.
“Tra un mese si parte per il mare!”
“Così tantoooo?? Noooo”
“Tra un mese ricomincia la scuola”
“Di già?? Ma se ho appena cominciato le vacanze! Mondo infame”
“Bene, puoi giocare con il Nintendo ma tra mezz’ora si spegne”
“Cosa? Ma tra mezz’ora avrò appena cominciato”
“Manca solo mezz’ora alla fine della messa”
“Non ce la posso fare: è troppo per me”
Ciò che i bambini imparano da subito è che quando sei felice il tempo corre via veloce, se sei triste le lancette dell’orologio sono più pesanti e lente e se ti annoi sono inchiodate lì senza muoversi. Io, pur essendo al terzo tentativo, non ho ancora trovato le parole giuste per spiegare quanto è lunga un’ora.
E come spesso accade è la saggezza della piccola a venirmi in aiuto.
“Mamma, ho capito: le ore che passo con te hanno meno minuti, quelle di scuola di più. Bisognerebbe fare solo mezz’ora, di lezione”