La famiglia che osservavo giorni fa purtroppo non si è più vista in spiaggia, forse spaventata da quell’impicciona di vicina di ombrellone.
Ma non c’è tempo di annoiarsi. Me ne stavo comodamente in riva al mare a costruire con entusiasmo il milionesimo castello di sabbia scambiando sguardi di complicità e solidarietà con un’altra madre, alle prese con la mia stessa inebriante attività. La differenza tra noi era la conta dei figli, che la vedeva superarmi di uno. Una di queste creature, un ragazzino ossuto che non avrà avuto più di dieci anni a un certo punto rompe il silenzio chiedendo ad alta voce: “mamma, stavo guardando le altre signore in spiaggia: perché non sei come loro?” La madre alza la testa confusa, sudata e insabbiata fino alle orecchie e gli chiede (pessima mossa) cosa intenda. E lui: “beh, le altre sono più magre e meno… budinose”. Ecco, se fosse stato figlio mio lo avrei con tutta probabilità affogato seduta stante, la signora invece, senza smettere di scavare la buca (che sospetto a questo punto fosse destinata proprio a lui) risponde: “carissimo, è colpa tua, di tuo fratello, tua sorella è quella che è venuta prima di lei. Prima di voi ero uno schianto, quindi sta zitto e scava”
Da oggi ho un nuovo idolo.