
Sei sola in casa.
Hai controllato in ogni stanza, ne sei certa. Nessun figlio all’orizzonte, solo un felino che russa acciambellato sul letto.
Decidi che puoi farlo, te lo meriti, questa vita da schiava Isaura non ti appartiene.
Riempi la vasca alla temperatura giusta, abbassi le luci, metti un po’ di musica su Spotify che, per una congiunzione astrale più unica che rara non è in uso alla progenie.
Versi una dose abbondante di un bagno/doccia/rilassante/profumato/rinvigorente della stessa consistenza dell’olio per friggere, uno degli elisir di bellezza della mezzana.
Ti immergi sorridente e grata, giuri a te stessa che non risponderai al campanello né al telefono.
All’improvviso, caracollante e goffo come sempre, il piccolo felino sbuca dalla porta, incuriosito dall’insolita scena.
Con l’agilità di un cinghiale salta sul bordo della vasca, appoggiando i morbidi cuscinetti delle zampe su una chiazza del benefico olio da bagno, innescando una reazione a catena che lo catapulta diretto nell’acqua alta.
Come se avesse le molle salta immediatamente fuori dalla vasca, non prima di avere artigliato tutto quello che trovava.
Le mie ferite sono solo superficiali, la prognosi è sciolta e il gatto quasi asciutto.
Da domani, doccia.
La prossima volta sarà quella buona! Coraggio!
"Mi piace""Mi piace"