
Le sorelle squinternate sono finalmente squarantenate, complice un doppio tampone negativo che le ha restituite a pieno titolo alla nostra famiglia.
Alla lettura del referto le due si sono lasciate andare ai più torbidi desideri, gettarsi tra le braccia di mamma.
Braccia che da tempo non bastano più a contenerle ma sufficienti per coccolarle.
La mezzana si gode infinite sessioni di grattini la sera, mentre guardiamo un film nel lettone -sì, ci piace la vita spericolata.
La piccola si nasconde in angoli bui e con la delicatezza di Jack lo squartatore mi si avventa addosso, tempestandomi di baci.
Il primogenito è sollevato della negatività sorellesca, che in caso contrario lo avrebbe costretto a un altro giro di isolamento e tampone.
D’altro canto non nasconde la sua mestizia per dover nuovamente condividere il tavolo per pranzi e cene, abituato com’era a tête-à-tête con sua madre, allegre serate in cui poteva polemizzare liberamente su qualunque argomento, dalla ricetta della carbonara alla questione politica nella striscia di Gaza, senza essere interrotto dalle avvincenti avventure scolastiche della piccola o dai nuovi make up sperimentati dalla mezzana.
Siamo tornati alla normalità, dunque.
Qualunque cosa possa significare.