“Mami, che disastro!”
“Piccola, che succede? Cosa mai può essere accaduto nell’ora e mezza di catechismo?”
“Una tragedia, te l’ho detto”
“Cosa amore mio? Devi di nuovo colorare quattro pagine di cielo della Galilea? Ci siamo dimenticate la consegna di qualcosa d’altro oltre Vangelo e croce? Dimmi, su”
“Ho alzato la mano”
“Come scusa?”
“Ho alzato la mano. La catechista stava chiedendo chi si voleva offrire volontario per il balletto e io ho alzato la mano. Ma io non voglio farlo!”
“Ma scusa, allora perché hai alzato la mano?”
“Perché dovevo andare in bagno, ovvio!”
“Capisco. E non bastava spiegarlo alla catechista?”
“No! Lei era tutta contenta, ha scritto i nostri nomi e poi dovevamo andare. Insomma, una tragedia”
“Magari non è così drammatico, potresti anche divertirti”
“Boh, forse dovrei provare…”
“Allora è un sì?”
“Sì, no. Che confusione che ho dentro. Diciamo che è un ni”
E niente, lo smarrimento referendario colpisce anche le bambine di otto anni.