C’è una rete per pescare, una per la pallavolo e una virtuale. C’è una rete per saltare d’estate, una per chiudere i capelli nello chignon, una per delimitare un giardino.
C’è una rete satellitare, una telefonica e quella del letto.
C’è una rete che protegge dalla grandine, una per le racchette da tennis, una wi-fi. C’è la rete idrica, elettrica e quella che sta intorno al canestro e quando la palla scivola dentro perfetta si chiama ciuffo.
Poi c’è ne è un’altra, fatta di fili che non si vedono. Di persone che si fanno fili, legati fra di loro e con te. È una rete che somiglia a quella tesa sotto il cammino incerto dell’equilibrista sul filo, pronta a prenderti evitando il peggio. Le reti amicali sono fatte di segni a volte impercettibili, maglie strette, intrecci insospettabili. Sono fatte di messaggi buffi la mattina presto, così che il giorno inizi con un sorriso. Sono fatte di cappuccini con la cannella e una bustina di dolcificante, perché non usi lo zucchero. Sono fatte di telefonate in viva voce in macchina mentre si va a lavorare, per raccontarsi le novità e ridere e piangere. Ci sono dei giorni in cui bisogna ringraziare che quella rete sia sempre lì, tesa sotto di te. Oggi è uno di quei giorni.