La musica esce altissima dal tablet appoggiato sulle piastrelle. L’idolo delle giovanissime canta a ritmo veloce di amori, amicizia e vacanze.
Lei è in piedi sul divano blu, scalza. I capelli lunghi e sciolti sparpagliati come shanghai su una maglia dalle lunghe frange, vecchio prendisole della sorella maggiore. I pantaloncini corti di jeans, chè le ragazzine li portano così anche se hanno solo otto anni. Ancheggia e sorride, saltella a un altro ritmo e rotea le braccia come un derviscio confuso. Con un playback immaginario canta altrettante immaginarie parole in inglese, con la stessa bravura nella lingua di Celentano ai tempi di Prinsencolinensinaiciusol.
Si gira saltellando, mani sui fianchi e testa alta. Richiamata dal volume arriva la sorella uscita dalla doccia, accappatoio di mamma e capelli gocciolanti. Si lancia nelle danze a occhi chiusi, e in un attimo due paia di gambe e braccia creano una coreografia armoniosa e ritmata. Con pochi sguardi e cenni del capo le due sorelle si spostano da una parte all’altra della sala, come su un palcoscenico calcato ogni sera. L’atmosfera è così gioiosa che anche la mamma scende in pista, abbandonando senza rimpianto la sua postazione ai fornelli. Via il mollettone dai capelli, ricci al vento e magliettone di Mafalda, raggiunge le figlie e insieme concludono l’esibizione con un coro intonato col manico della scopa come microfono. Distratte dagli applausi, non si accorgono subito del figlio grande appena rientrato in casa. Lo sguardo esterrefatto, scuote la testa come se volesse cacciar via una brutta immagine. Si volta rapido e senza proferire parola torna in cortile a giocare a pallacanestro con gli amici.
Inutile. I maschi non capiscono proprio i divertimenti delle femmine.